Ossigeno abbandonato di Igor Gribaldo
In un angolo della stanza:
Un particolare tipo di ossigeno,
che fuoriesce dai miei polmoni,
si ripone.
L’ossigeno espulso nei momenti irrequieti.
Più pesante dell’aria espulsa nel resto della giornata.
Molto più pesante.
In quell’angolo l’ossigeno irrequieto viene da me abbandonato.
A volte capita
Che questo pesante ossigeno
Venga spazzato via,
Come un nodulo di polvere.
Da alcune persone.
Da alcune canzoni.
Da alcuni momenti di quiete.
Ad ogni modo, quell’ossigeno, è sprecato per sempre.
E chissà quanto ne è stato sciupato,
nel corso dei secoli.
😪
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ab·ban·dó·no/
sostantivo maschile
1.
Cessazione volontaria, più o meno motivata o legittima, da parte di un soggetto, di
un rapporto di convivenza o di una responsabilità.
2.
FIG.
Rinuncia al controllo e alla guida di sé stesso; scoramento, sfiducia
3.
Languido smarrimento, cedimento totale.
Ti dedico ancora gli ultimi istanti di coscienza prima di addormentarmi, l’unico silenzio
accettabile per i sospiri causati dalla tua mancanza.
Un ritaglio di pensieri fittizi che mi riparano dalle oscure mani del dolore, ogni notte
rafforzate e pronte a prendermi in attesa del giorno in cui non porrò più resistenza, e
finalmente sarò loro.
Non so cosa sia peggio, non sentirti più ma allo stesso tempo essere ancora così vivo dentro
ai miei ricordi, alle sensazioni che mi sforzo di ripercorrere ogni giorno per paura di
dimenticarle sulla pelle.
Nonostante sarebbe più semplice voltarmi e porre fine a quest’infinita tristezza. E tu non ci
saresti più.
Sacrificare una parte di me per salvaguardare ciò che di me rimane... Ne varrà la pena, se
quella piccola parte, è anche la più preziosa che ho?
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